Stefan König
Le opere pianistiche di Pizzetti degli anni Quaranta
Il saggio prende in esame un ambito della produzione di Ildebrando Pizzetti – le composizioni per pianoforte solo – che sinora ha ricevuto scarsa attenzione in ambito musicologico. Dopo una breve rassegna di tutte le sue opere pianistiche, ci si concentra su due pezzi particolarmente ampi e impegnativi: Sonata 1942 (1942-43) e Canti di ricordanza (1943). Oltre a ripercorrere la genesi dei due brani, l’autore ne analizza vari aspetti formali e tecnico-compositivi, inquadrandoli nel più ampio contesto della poetica musicale di Pizzetti. Un importante elemento di continuità stilistica che emerge dall’analisi è l’uso dell’antica modalità greca, che Pizzetti aveva sperimentato sin dalle musiche composte per La nave di Gabriele d’Annunzio (1905-07), e che riemerge con un nuovo significato nei brani pianistici degli anni Quaranta. I due pezzi vengono esaminati anche sotto il profilo della scrittura pianistica. Da questo punto di vista emerge una vistosa differenza: mentre la Sonata 1942 sembra quasi scevra da elementi di scrittura pianistica tradizionale, nei Canti di ricordanza si riscontrano numerosi riferimenti a un genere di scrittura virtuosistica tipica del pianismo di primo Novecento.
The essay explores a field in Ildebrando Pizzetti’s catalogue – his solo piano compositions – which scholars have so far devoted little attention to. After a brief examination of Pizzetti’s piano output as a whole, two very extensive and complex compositions are the main case studies: Sonata 1942 (1942-43) and Canti di ricordanza (1943). As well as retracing their genesis, the works are analysed in terms of form and compositional techniques and framed in the broader context of Pizzetti’s musical poetics. A major element of stylistic continuity is the use of the ancient Greek modality, which Pizzetti had experimented with since he composed music for Gabriele D’Annunzio’s La Nave (1905-07), and which re-emerges with a new meaning in the piano pieces of the 1940s. Both pieces reveal a notable difference when examined from the point of view of piano writing: while Sonata 1942 seems almost devoid of any reference to a more traditional piano writing, Canti di ricordanza often refers to a typical early twentieth-century virtuoso piano texture.