Sonata and not: Formal processes in Luciano Berio’s Sonata

English: Discusses whether Sonata for piano (one of Berio’s last compositions) is a meta-sonata or rather the effective recovery (without a historical mediation) of the internal dynamics of this form. The answer to this question provides the basis on which depends in large part the possible definition of a late style in Berio (interrupted prematurely) based on a renewed and subjective concept of sonata form. The of the discussion and analysis is on the individualization of an innate tendency in the historical sonata form of not only being itself, but also being different from itself. The two souls confront each other dialectically in the two parts of Sonata, one linear, the other circular; one consequential, the other episodic; one syntactic, the other paratactic; one based on the possibility of foreseeing, the other on the possibility of recognizing; one deductive, the other inductive. Above all, however, in addition to the model of a pluralist coexistence, a central theme in postmodern thinking and the poetry of Berio is that of an organic and final becoming. An ontological notion of time is replaced by a psychological and subjective dimension. The fragmented, stratified, and dissociated (or simply the distancing effect experience of reality) is replaced by a humanistic dimension of the form: inverting the principle of, as described by Berio ‘the simultaneous adhesion of consciousness to diverse time structures.’ The form in Sonata adheres in its organic unity to the consciousness of time. That is to say the becoming understood in terms of subjective experience. Well into the 21st century, Sonata represents the fulfillment of a new relationship between the one and the multiple.


Italian: Sonata per pianoforte, tra le ultime composizioni di Luciano Berio, è una metasonata! oppure il recupero effettivo – non mediato dalla storia – delle dinamiche interne di questa forma? Il saggio «Sonata e no». Processi formali in ‘Sonata’ di Luciano Berio tenta di rispondere a questo quesito. Da ciò dipende ampiamente la possibilità di definire un ‘tardo stile’ di Berio – prematuramente interrotto -, basato su una rinnovata concezione soggettiva della forma. Concetto centrale della trattazione e dell’analisi è l’individuazione di una connaturata attitudine della forma-sonata storica a essere, oltre che se stessa, anche ‘altro da sé’. Le due anime si confrontano dialetticamente nelle due parti di cui si compone Sonata-, una lineare, l’altra circolare; una consequenziale, l’altra episodica; una sintattica, l’altra paratattica; una basata sulla possibilità di prevedere, l’altra sulla possibilità di riconoscere; una deduttiva, l’altra induttiva. Ma soprattutto, al modello della coesistenza pluralistica, tema centrale tanto del pen-siero postmoderno quanto della poetica di Berio, subentra quello del divenire organicistico e finalistico. Una nozione ontologica del tempo lascia il posto a una dimensione psicologica e soggettiva. All’esperienza dissociata, stratificata, frammentata-ossia, in una parola, ‘straniata’ – della realtà subentra il recupero di una dimensione umanistica della forma: invertendo l’assunto dell’«adesione simultanea della coscienza a diverse strutture di tempo» (Berio, 1956), in Sonata la forma aderisce, nella sua unità organica, alla coscienza del tempo, ossia al ‘divenire’ come esperienza soggettiva. Varcata la soglia del Ventunesimo secolo, Sonata rappresenta il raggiungimento di un nuovo rapporto fra il ‘uno’ e il ‘molteplice’.