The Piano Bench as Locus of Control: Adult/Child Power Dynamics in Imaginative Children's Music
Matthew Roy
The second half of the nineteenth century witnessed the emergence of a new type of music intended for consumption by children. Spreading quickly throughout Europe and America, this music was specifically designed to appeal to and awaken the child’s innate imagination through the use of evocative titles, illustrations, and musical topics. Robert Schumann (1810-56), the composer of the influential Album für die Jugend (1848), considered imaginative children’s music a “forward-looking mirror” (Vorspiegelung); by practicing and playing this music young pianists performed an idealized image of themselves that led toward musical – as well as social and even spiritual – maturation. However, what children’s literature scholar Maria Nikolajeva says of books is equally valid for music: “nowhere else are power structures as visible as in children’s literature [and music], the refined instrument used for centuries to educate, socialize and oppress a particular social group”. The image of childhood reflected in the Vorspiegelung of imaginative children’s music is an adult construction, carefully selected and maintained in order to entice, suspend, and control actual children. The concealed authority of the adult transforms the piano bench into the locus of the child pianist’s socialization, where, as sociologist Chris Jenks states, “the child’s volatility is stabilized, its riotousness quelled”, through the internalization of adult-normative behaviors. Few compositions address these issues as directly and dramatically as Scènes enfantines (1890), a collection of piano character pieces by French composer and pedagogue Théodore Lack (1846–1921). In my analysis of this work I explore the complex intermedial interactions between descriptive titles, cover art, narrative in-score texts, and programmatic music within the historical context of nineteenth-century domestic piano playing. Through this lens I reveal how children musically imbibe cautionary tales of adult authority, child submission, and the terror that comes to those who transgress musical and social boundaries.
Nella seconda metà del XIX secolo si assiste alla crescente diffusione di un nuovo tipo di musica espressamente concepita per l’infanzia. Diffusasi rapidamente in Europa e in America, questa musica aveva l’obiettivo di attrarre e risvegliare l’immaginazione innata del bambino attraverso l’uso di titoli evocativi e illustrazioni. Robert Schumann (1810-56), autore del famoso Album für die Jugend (1848), considerava la musica per bambini uno “specchio che guarda al futuro” (Vorspiegelung); suonando questo repertorio, i giovani pianisti si rapportavano a un’immagine idealizzata di se stessi che favoriva non solo la loro maturazione musicale, ma anche quella sociale e spirituale. Tuttavia, ciò che la studiosa di letteratura per l’infanzia Maria Nikolajeva afferma in merito alla letteratura è valido anche per la musica: “in nessun altro ambito, le strutture di potere sono attive come nella letteratura [e nella musica] per bambini, strumento usato da secoli per educare, far socializzare e opprimere un particolare gruppo sociale”. L’immagine dell’infanzia riflessa nella Vorspiegelung della musica per l’infanzia è una costruzione degli adulti che ha l’obiettivo di attirare, sospendere e controllare i bambini. L’autorità nascosta dell’adulto trasforma lo sgabello del pianoforte nel luogo della socializzazione del pianista bambino e qui, come afferma il sociologo Chris Jenks, “l’instabilità del bambino è resa stabile, la sua irrequietezza sedata” attraverso l’interiorizzazione dei comportamenti normativi degli adulti. Poche composizioni affrontano questi temi in modo così diretto e drammatico come Scènes enfantines (1890), una raccolta di pezzi per pianoforte del compositore e pedagogo francese Théodore Lack (1846-1921). Nella mia analisi di questo lavoro esploro le complesse interazioni tra titoli descrittivi, copertine, testi narrativi in partitura e musica a programma, nel contesto del pianismo domestico del XIX secolo. Attraverso questa prospettiva d’indagine dimostro come i bambini assimilino attraverso la musica i racconti ammonitori dell’autorità degli adulti, la sottomissione infantile, e il terrore legato alla trasgressione dei limiti musicali e sociali.