Il passato come «avvenir migliore»: sovrimpressioni mediali nella Traviata di Lazar
Matteo Quattrocchi (Università di Verona)
The story of Alphonsine Plessis has been subject to remediation since its birth: Alexandre Dumas (son) transferred his autobiographical events into the novel La Dame aux camélias. Dumas made a play out of it, from which Giuseppe Verdi drew for La traviata. The opera, in turn, has been the subject of adaptations from theatre to dance, from cinema to graphic novels and so on. In the last decades, the increasingly common trend of transferring a performance from one medium to another (for example from theatre to videogame) gave birth to a series of studies on remediation phenomena. Focused on the diffusion of technological innovation and on the use of the new forms of entertainment, this work has resulted in considerable methodological enrichment (I think, among others, of contributions by Jay D. Bolter and Richard Grusin, and of studies by Marcia J. Citron and Emanuele Senici on opera on screen). Nevertheless, some cases have not been sufficiently studied so far, mostly because they seem to propose a return to “traditional” forms of remediation, without an interest in technology and “new” media. In my article, I consider one of the most recent and interesting of these cases: the play Traviata: vous méritez un avenir meilleur, an adaptation of Verdi’s La traviata by Benjamin Lazar presented in Paris in 2016. Based on the studies quoted above, I will analyse the play by Lazar, specifically about how a form of remediation apparently regressive – described as a reinvention of La Dame aux camélias of 1852 – is in constant dialogue with media resources introduced by the digital era, utilizing them in a live performance. I will conclude with meditations on the potential relevance of this play, and of the videos of it that have been produced, for the study in general of remediation in opera and in the media related to it.
La storia di Alphonsine Plessis è frutto di una rimediazione già dal suo primo nascere: Alexandre Dumas figlio trasferì le sue vicende autobiografiche nel romanzo La Dame aux camélias. Ne fece poi un dramma, da cui Giuseppe Verdi attinse per la Traviata. A sua volta, poi, l’opera è stata oggetto di adattamenti dal teatro alla danza, dal cinema al graphic novel e così via. Negli ultimi decenni, la tendenza sempre più diffusa a traferire uno spettacolo da un medium a un altro (ad esempio dal teatro al videogioco) ha dato vita a una serie di studi sui fenomeni di rimediazione, concentrata sulla pervasività delle innovazioni tecnologiche e sull’utilizzo dei nuovi canali di intrattenimento, col risultato di un notevole arricchimento metodologico (penso, tra gli altri, a contributi come quello fondativo di Jay D. Bolter e Richard Grusin, a quelli di Marcia J. Citron e a quelli di Emanuele Senici sull’opera in video). Eppure, alcuni casi sono stati finora poco indagati, soprattutto perché sembrano proporre un ritorno a forme ‘tradizionali’ di (ri)mediazione, senza un investimento/interesse sull/verso la tecnologia e/o i ‘nuovi’ media. Nel mio intervento mi propongo di occuparmi di uno dei più recenti e interessanti di questi casi: lo spettacolo Traviata: vous méritez un avenir meilleur, un adattamento della Traviata di Verdi ad opera di Benjamin Lazar andato in scena a Parigi nel 2016. Sulla base degli studi prima citati, analizzerò lo spettacolo di Lazar concentrandomi in particolare su come una forma di rimediazione in apparenza regressiva – descritta come una reinvenzione della Dame aux camélias del 1852 – sia invece in costante dialogo con le risorse mediali introdotte dall’era digitale, e le metta a frutto in uno spettacolo dal vivo. Concluderò infine con alcune riflessioni sulla potenziale rilevanza di questo spettacolo, e dei video che da esso sono stati tratti, per lo studio in generale dei fenomeni di rimediazione nello spettacolo operistico contemporaneo e nei media a questo collegati.