Graziella Seminara

Professoressa associata di Musicologia all’Università di Catania, è direttrice del Centro Studi Belliniani e condirettrice del «Bollettino di studi belliniani». Ha curato l’edizione critica dei Carteggi di Bellini (Olschki, 2017), e sta lavorando all’opera Bianca e Fernando nell’ambito del progetto di edizione critica degli Opera omnia di Bellini promosso da Casa Ricordi. I suoi principali campi di ricerca sono l’opera italiana del diciannovesimo secolo e la musica del ventesimo secolo. Oltre ad aver pubblicato saggi su Richard Strauss, György Ligeti, Francesco Pennisi, Aldo Clementi, è autrice dei volumi Jean-Philippe Rameau (L’Epos, 2001), Alban Berg (L’Epos, 2012) e Lo sguardo obliquo. Il teatro musicale di Corghi e Saramago (Ricordi–LIM, 2015). Si occupa anche di regia d’opera e dei rapporti tra musica e cinema; i più recenti contributi in questo campo sono Music and images in New Babylon between Literature and Visual Arts («Music and the Moving Image», 2021) e «The seductive visuality» nella scrittura scenica di Davide Livermore («Arabeschi», 2022).

Associate Professor of Musicology at the University of Catania, she is Director of the Centro Studi Belliniani and co-director of the «Bollettino di studi belliniani». She has edited a critical edition of Bellini’s correspondence (Carteggi, Olschki, 2017), and is working on the opera Bianca e Fernando as part of the critical edition project of Bellini’s Opera omnia promoted by Casa Ricordi. Her main areas of research are nineteenth-century Italian opera and twentieth-century music. She has published essays on Richard Strauss, György Ligeti, Francesco Pennisi and Aldo Clementi, and is the author of the volumes Jean-Philippe Rameau (L’Epos, 2001), Alban Berg (L’Epos, 2012) and Lo sguardo obliquo. Il teatro musicale di Corghi e Saramago (Ricordi–LIM, 2015). She is also interested in opera direction and the relationship between music and cinema; her most recent contributions in this field are Music and images in New Babylon between Literature and Visual Arts («Music and the Moving Image», 2021) and «The seductive visuality» nella scrittura scenica di Davide Livermore («Arabeschi», 2022).