Power and influence of cultural industry: music and images in Ricordi’s periodicals at the beginning of 20th century
Alessandro Avallone – Emanuele Franceschetti
At the end of the 19th century, the Italian cultural and economic framework was characterized by opposing forces. The improvement of the industrial sector was not sufficient to mitigate the discrepancies between North and South, and Giolitti’s ‘mediating’ policy did not succeed in stopping the spread of anti-democratic tendencies: the certainty of unstoppable progress was therefore accompanied by a widespread perception of crisis.
In such a complex scenario, music publishing interacts with a ‘mass’ that is more and more similar to a large ‘public’, changeable and influential. Giulio Ricordi, at the head of the family business in its moment of greatest fortune (1888-1912), became the protagonist of an ambitious project, capable of dialoguing with contemporary culture: the periodicals «Musica e Musicisti» (1902-1905) and «Ars et Labor» (1906-1912) represent some of the most successful realizations of the ‘Giulio Ricordi era’, thanks to the pervasive use of the visual medium (fine art illustrations and photographs), a reassuring and anti-elitist communication and a semantic horizon mostly celebrating the national musical identity. What musical and cultural scenario can be reconstructed through a deep and ‘multidimensional’ analysis of these periodicals? Is it possible to identify a ‘communicative intentionality’ [subsumed by an effective power strategy? In attempting to answer these questions, our paper will reflect on the continuous ‘negotiations of power’ within the musical imaginary promoted by Giulio Ricordi at the beginning of 20th century.
Il quadro culturale ed economico italiano, a cavallo tra Ottocento e Novecento, è caratterizzato da forze di segno opposto. L’accelerazione del comparto industriale non è sufficiente a mitigare le discrepanze tra Nord e Sud e la politica ‘mediatrice’ di Giolitti non riesce ad arginare la diffusione di spinte anti-democratiche: alla certezza di un progresso inarrestabile si accompagna dunque una diffusa e radicata percezione della crisi. In uno scenario così complesso, l’editoria e la pubblicistica musicale interagiscono con una ‘massa’ sempre più assimilabile ad un grande ‘pubblico’, per sua natura mutevole ed influenzabile: Giulio Ricordi, alla guida dell’impresa familiare nel suo momento di massima fortuna (1888-1912), si rende protagonista di un progettualità ambiziosa, capace di dialogare in toto con la cultura contemporanea. Del quarto di secolo ‘targato’ Giulio Ricordi, i periodici «Musica e Musicisti» (1902-1905) e «Ars et Labor» (1906-1912) rappresentano tra le più riuscite ed efficaci realizzazioni, attraverso un utilizzo pervasivo del medium visivo (pregiate illustrazioni d’autore e fotografie), una comunicazione rassicurante ed anti-elitaria e un orizzonte semantico perlopiù celebrativo dell’identità musicale nazionale. Quale scenario musicale e culturale può essere ricostruito grazie ad un’analisi approfondita e ‘multidimensionale’ dei periodici in esame? È possibile individuare una ‘intenzionalità comunicativa’ sussunta da un’effettiva strategia di potere? Nel tentare di dare risposta a questi interrogativi, il nostro intervento cercherà di riflettere sulle continue ‘negoziazioni del potere’ all’interno della narrazione musicale promossa da Giulio Ricordi all’alba del nuovo secolo.