Mourning for a City’s Premature Death: Cantonese Opera, Cantopop, and the Cantonese Choral Composition Requiem HK (2017)
Hedy Law (University of British Columbia)
This paper examines the eight-part Cantonese choral composition Requiem HK (2017). Its Chinese subtitle “香 * 夭” consists of a wordplay that separates and re-conjoins the two Chinese characters “香” and “夭”. The word cluster formed by these characters refers to one of the Cantonese opera classics, The Flower Princess (帝女花) (1957, revised in 2012), an opera on the couple suicide of the last princess and her fiancé of the Ming Dynasty. Yet, the separation of these two characters enables the character “香” to suggest “Hong Kong” (“香港”, or the Port [港] of Spices [香]). The wordplay in the Chinese subtitle introduces other kinds of linguistic experiments in the Requiem, including a fabricated language for the dead. Using the concept of “acousmatic listening,” I explain how the use of Western art religious music, including Gregorian chant and Carl Orff’s Carmina Burana, imparts religiosity. Premiered in a concert hall in 2017, Requiem HK mediates between the secular and the sacred, enabling an ad hoc sacred space to fold musical spirituality into collective mourning in anticipation of the death of its political system.
Questo articolo esamina la composizione corale cantonese in otto parti Requiem HK (2017). Il sottotitolo cinese “香 * 夭” consiste in un gioco di parole che separa e ricongiunge i due caratteri cinesi “香” e “夭”. L’aggregato di parole formato da questi due caratteri fa riferimento a uno dei classici dell’opera cantonese, La principessa dei fiori (帝女花) (1957, rivista nel 2012), un’opera sul suicidio di coppia dell’ultima principessa della dinastia Ming e del suo fidanzato. Tuttavia, la separazione di questi due caratteri permette al carattere “香” di suggerire “Hong Kong” (“香港”, o il Porto [港] delle Spezie [香]). Il gioco di parole presente nel sottotitolo cinese introduce altri tipi di esperimenti linguistici nel Requiem, incluso un linguaggio inventato per i morti. Usando il concetto di “ascolto acusmatico”, esamino come il ricorso a musica religiosa d’arte e occidentale, tra cui il canto gregoriano e i Carmina Burana di Carl Orff, conferisca religiosità alla composizione. Presentato per la prima volta nel 2017 in una sala da concerto, Requiem HK fa da mediatore tra il secolare e il sacro, consentendo a uno spazio diventato sacro ad hoc di piegare la spiritualità musicale in lutto collettivo in previsione della morte del suo stesso sistema politico.